5 vantaggi della tecnica SPR per misurare la concentrazione attiva

Determinare con precisione la concentrazione attiva di un biomarcatore o di un farmaco è cruciale in molte applicazioni: sviluppo farmaceutico, controllo qualità, ricerca accademica.

Le tecniche tradizionali spesso richiedono curve di calibrazione complesse, standard di riferimento e lunghe preparazioni.

Con la Surface Plasmon Resonance (SPR) è possibile ottenere risultati affidabili in modo diretto, rapido e senza calibrazione esterna.

Una recente nota applicativa della casa Biosensing Instruments ha mostrato come due approcci SPR calibration-free permettano di ottenere misure accurate con errori dell’ordine dell’1–2%.

Ecco i 5 principali vantaggi della tecnica SPR rispetto a tecniche alternative:

1. Nessun bisogno di una curva di calibrazione

A differenza di metodi basati su segnali indiretti (come ELISA o metodi spettrofotometrici), SPR permette di lavorare in assenza di uno standard predefinito.
Con il metodo CD–KD, uno dei due presentati nella nota applicativa, se si conosce la costante di affinità, la concentrazione attiva viene calcolata direttamente dal segnale di interazione tra molecola e superficie funzionalizzata.

Risultato sperimentale:

  • Test su anticorpi anti-BSA con membrana BSA
  • KD noto: 3.6 nM → concentrazione stimata: 100 nM
  • Errore inferiore al 2%

2. Misure basate sulla massa, non sull’attività enzimatica o sulla fluorescenza

La SPR rileva variazioni di massa molecolare in tempo reale, senza necessità di marcatori, enzimi o substrati.
Questo riduce il rischio di errori legati alla degradazione, alla fotobleaching o ad altri artefatti di lettura.

Anche nel metodo CD–C (confronto rispetto a un campione noto), la risposta è diretta e proporzionale alla massa, rendendo il metodo più robusto e affidabile su proteine modificate o instabili.

Risultati riscontrati:

Misurazione su anticorpi anti-BSA comparati a un riferimento 200 nM

Errore attorno all’1%

3. Maggiore accuratezza anche nei casi più difficili

Tecniche come UV/Vis o metodi immunochimici faticano a distinguere tra molecole attive e inattive, o a gestire campioni eterogenei.
La SPR, invece, misura solo le molecole capaci di legarsi al target.

Applicazione chiave: anticorpi o proteine, dove la frazione attiva può variare anche con piccole modifiche strutturali.

4. Analisi cinetica e quantitativa in un’unica misura

Oltre a fornire una stima della concentrazione, la SPR offre parametri cinetici (kon, koff, KD) nella stessa analisi.
Ciò consente una comprensione più profonda delle interazioni molecolari rispetto a metodi endpoint.

Nella nota applicativa, la combinazione di CD–KD e CD–C permette di adattarsi sia a contesti dove si conosce KD, sia a casi in cui non è disponibile.

5. Rapidità e semplicità del protocollo

I due metodi presentati nella nota tecnica mostrano risultati precisi in tempi molto brevi e con protocolli semplici: pochi passaggi di iniezione, nessuna preparazione di una curva di calibrazione.

In ambito industriale, questo si traduce in:

  • Riduzione dei tempi di sviluppo
  • Maggiore produttività in laboratorio
  • Maggiore affidabilità nel controllo qualità

Scopri di più

Per chi lavora con interazioni biomolecolari e ha bisogno di quantificare la parte attiva di un campione, SPR rappresenta una soluzione diretta, affidabile e flessibile.

Scarica l’Application Note n. 154 – Determination of Active Concentration Using Calibration-free Methods
 

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